Dotato di grande talento naturale e considerato un bimbo prodigio, Trento Longaretti inizia molto presto a dipingere. Negli anni di Brera sperimenta la scultura, si avvicina all’architettura e al design ma alla fine sceglie di dedicarsi alla pittura.
La sua attività artistica è stata intensa fin dal 1939 e, con la stessa energia, è proseguita fino agli ultimi giorni della sua lunga vita.
Nel tempo, oltre a dedicarsi alla produzione da “cavalletto”, ha praticato diversi linguaggi tradizionali del “mestiere dell’artista”, dalla calcografia al disegno e all’acquarello, dall’affresco alle vetrate, dal mosaico al graffito.
Vasta è la produzione delle opere ad olio, testimoniata da numerose mostre personali sia in Italia che all’estero, spesso corredate da cataloghi e da una costante attenzione della critica alla sua ricerca stilistica e alla sua narrazione della condizione umana.
Gli esordi della carriera di Trento Longaretti risalgono alla fine degli anni ’30 con la partecipazione ai “Littoriali dell’Arte” e a numerose mostre collettive in Italia. Si aggiudica a Brera il Premio Mylius e il Premio Stanga, partecipa alla prima e alla seconda edizione del Premio Bergamo. Espone nel 1942 alla Biennale di Venezia e alla “Mostra degli artisti in armi” al Palazzo delle Esposizioni a Roma. Nel 1943 realizza la sua prima personale presso la Galleria “La Rotonda” di Bergamo, con la presentazione di Raffaello Giolli. Con la fine della guerra, riprende la sua attività artistica, partecipa nel 1948 e nel 1950 alla XXIV e XXV Biennale Internazionale d’arte di Venezia. Nel 1952 è invitato alla Quadriennale Nazionale di Roma e l’anno seguente vince il concorso nazionale per la Direzione dell’Accademia Carrara di Bergamo insieme alla Cattedra di pittura, divenendo il successore di Achille Funi, incarico che durerà per 25 anni sino al 1978.
Insieme alla direzione della Carrara, prosegue incessante la sua attività che negli anni ’60 lo vedrà presente, oltre che in diverse città italiane, anche all’estero. È del 1963 la sua esposizione a Zurigo presso la Galerie Laubli, sarà a Londra e a Ottawa in Canada nel 1966, esporrà a New York e Buenos Aires tra il 1968-69. È di questi anni un intenso percorso di ricerca con incursioni nell’informale che lo porterà alla scelta di privilegiare la figurazione, con la consapevolezza di una più immediata comprensione del messaggio simbolico dei suoi dipinti.
L’amico e storico dell’arte Carlo Pirovano gli dedica un primo importante testo critico nel 1972, pubblicato in una monografia edita da Electa.
Gli anni ’70 lo vedono impegnato in esposizioni personali in Italia e all’estero: tra queste si ricordano la mostra a Parigi presso la Galèrie Bernheim-Jeune (1973), le esposizioni a Stoccolma, Basilea, Monaco e Gotebớrg (1976-77), successivamente in Canada tra Hamilton e Toronto e, ancora, a Zurigo. Particolarmente significative le due mostre dedicate interamente al tema delle “Madri” al Palazzo della Ragione di Bergamo e al palazzo dei Diamanti di Ferrara.
Ricorre con particolare intensità in questi anni il tema della solitudine umana che si esprime nei cicli ”Uomo Solo” e “Memento Homo”. Nel 1980 è invitato a Milano per una mostra antologica presso la Società per le Belle Arti Esposizione Permanente, a Rotterdam presso la Volsk Universiteit e in molte altre città italiane, tra cui Torino, Vigevano, Cremona, Piacenza. Nel 1985 sarà nuovamente all’estero, tra Svizzera, Stati Uniti e Olanda.
Prosegue vivace l’attività espositiva anche negli anni ’90 e 2000: nella Sala dei Giuristi a Bergamo (1992) presenta un ciclo di opere dedicate al paesaggio e alla natura morta e nel 1996 festeggia i suoi 80 anni a Vienna con una personale presso la “Galerie Prisma”.
Con una mostra dal titolo “La pauvrété dans le monde”, è invitato nel 1999 ad esporre a Ginevra nel Palazzo delle Nazioni Unite.
Inizia in questi anni la sua collaborazione con il giovane gallerista Giovanni Bonelli che porterà ulteriore impulso alla sua attività espositiva.
Il nuovo millennio si apre con una serie di antologiche a lui dedicate: al Monastero di Santa Chiara nella Repubblica di San Marino, presso la Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, al Museo Civico di Treviglio, sua città natale, al Serrone della Villa Reale di Monza, a Palazzo Veneziano di Malborghetto (Udine), a Palermo invitato dalla Regione Sicilia, a Praga e a Cracovia, alla Villa Manzoni di Lecco, a Roma al Museo di Castel Sant’Angelo e all’Istituto Italiano di Cultura di New York.
È di questi anni l’attenzione al tema dei paesaggi bruciati e dei fuggiaschi dalle guerre.
Al Museo Ebraico di Venezia presenta nel 2001 una serie di opere dedicate al mondo ebraico, tornando in laguna due anni dopo con un’esposizione al Magazzino del Sale dedicata al ciclo “Humana pictura” – testimonianza della sua incessante ricerca sulla condizione umana – presentata anche nel 2004 per l’antologica a Palazzo della Ragione di Bergamo.
A 90 anni Longaretti dipinge ancora e realizza nuovi progetti come la mostra presso il Museo Parisi-Valle di Maccagno e alla Fondazione Mazzotta di Milano, in cui espone numerose opere di grandi dimensioni realizzate per l’occasione.
Tra le istituzioni che hanno in collezione la sua opera sono il Museo Civico di Treviglio, la Pinacoteca Carrara di Bergamo, il Museo d’arte moderna di Basilea e la Galleria d’arte moderna di Hamilton.
Trento Longaretti festeggia i suoi 100 anni con un’ampia antologica allo spazio Oberdan di Milano nel 2014/15, una mostra di disegni organizzata dalla GAMeC di Bergamo e un percorso suggestivo di opere a olio presso il Museo Bernareggi nel 2016 ancora a Bergamo.
Realizza anche importanti opere pubbliche utilizzando diverse tecniche esecutive e spaziando dall’affresco alla vetrata, dal graffito al mosaico.
Molte sono le opere d’arte sacra realizzate nel corso della sua vita, tra le quali quelle conservate in Vaticano, nel Duomo e nella Basilica di San’Ambrogio a Milano, nella Galleria d’arte sacra contemporanea di Villa Clerici, nel Duomo di Novara e in molte chiese ed enti in Italia e all’estero. Tra i suoi interventi fuori confine più significativi, il decoro del Memoriale San Paolo a Damasco (Siria), le vetrate dell’abbazia Le Bouveret a Losanna (Svizzera) e il ciclo di mosaici e affreschi per la Chiesa di Sant’Andrea a Calgary (Canada).
Grazie alla collaborazione con le botteghe di mosaico Sgorlon e Peresson, realizza numerosi mosaici. Tra gli ultimi lavori quello realizzato a Caravaggio nel 2007 con il ciclo della Via Crucis per il Santuario.
La collaborazione con la bottega Taragni gli permette di realizzare invece numerose vetrate sia a tema laico che religioso.
Ne è un esempio l’intervento nella scuola superiore statale Secco Suardo a Bergamo.
L’interesse per il disegno si concentra negli anni della formazione e della guerra. La passione per l’uso del colore lo porta negli anni a una produzione sporadica di disegno libero testimoniata dai suoi taccuini o dalla realizzazione di cartoni preparatori per affreschi, mosaici e vetrate. Nel 1993 la Fondazione Corrente gli dedica la mostra “Trento Longaretti. Disegni degli anni di Corrente”.
L’uso della tecnica dell’acquarello è costante e riprende i temi cari a Longaretti quali le madri, il mondo degli umili e la condizione umana. Con l’acquarello Trento racconta anche i suoi numerosi viaggi.
Sono più di 200 le lastre calcografiche realizzate dall’artista, in genere stampate a tiratura limitata ed editate in cartelle a tema.
La mostra di acqueforti del 2008 presso il Centro Civico Culturale di Treviglio testimonia un sodalizio ventennale di collaborazione con Maurizio Scotti, lo stampatore delle incisioni, suo ex-allievo dell’Accademia di Belle Arti G.Carrara.