HOST #0 – Inaugurazione

HOST #0
Maria Tassi
Mario Albergati

27 settembre  ore 18,00

Un progetto di Associazione Longaretti
Testo di Francesca Ceccherini

Nel 2021 l’Associazione Longaretti presenta HOST #0, un progetto espositivo che invita gli artisti Maria Tassi e Mario Albergati a entrare nello spazio dell’associazione per realizzare opere site specific in dialogo con l’architettura e la sua memoria. Il progetto si avvia il 27 settembre, giorno del compleanno di Trento Longaretti, festeggiato sino ai suoi 100 anni nel 2016.

 

In occasione del progetto HOST #0 l’associazione ospita i due artisti per lavorare tra le stratificazioni del tempo che si dispiegano negli archivi, tra le immagini, le librerie, i colori e i ricordi che testimoniano la vita e la pratica artistica del pittore Trento Longaretti (1916-2017).

Fino al 2017 casa-studio dell’artista trevigliese, oggi sede dell’Associazione a lui dedicata, questo luogo si trova in uno dei borghi più antichi di Bergamo – Borgo Canale – che ancora accoglie a lavorare e vivere una piccola comunità di artigiani, creativi e artisti. In questa minuta vena della città è ancora conservato e accuratamente archiviato il patrimonio di Trento Longaretti, figura poliedrica che ha dedicato la sua vita alla pittura e all’insegnamento, docente e direttore dell’Accademia di Belle Arti G. Carrara, per un lungo periodo conservatore della Pinacoteca Carrara ed anche collezionista di opere d’arte e librarie. Ed è qui, tra la densità di una Wunderkammer intima fatta di tracce e segni che attraversano quasi un secolo, che le opere di Maria Tassi (Bergamo, 1977) e Mario Albergati (Bergamo, 1956) si inseriscono e abitano temporaneamente. Una sfida per questi due autori, differenti per partica e ricerca, chiamati ad intervenire in uno spazio carico di storie e testimonianze con il quale entrambi hanno sviluppato anche una relazione pluriennale di collaborazione. Attraverso inserimenti interstiziali distribuiti tra diversi ambienti, Tassi e Albergati costruiscono una plasticità dialettica fatta di intrecci e contrasti, un’intersezione linguistica che sollecita un processo di ri-attivazione e rende il luogo, e ciò che in esso è contenuto, materia vivente.

 

Le opere di Maria Tassi si presentano come delicate presenze che nascono o sembrano germogliare direttamente nello spazio. Nel cortile interno l’installazione Le foglie di Marianne (2012-2021), composta da fili di foglie sospesi, attraversa e risale la parte centrale delle scale che portano all’accesso dello studio. Sono foglie di carta, un materiale centrale nella produzione di Maria Tassi, parzialmente ricavate da ritagli di libri e cataloghi dedicati all’opera di Trento Longaretti in cui si possono riconoscere i suoi dettagli formali o cromatici, brevi testi e parole. All’interno dello studio, in cui è conservato l’archivio di cui Tassi si prende cura da diversi anni, piccole sculture di carta bianca dalla serie Vorrei un mondo nuovo (2012-2019) fuoriescono dalle librerie come un tentativo di evasione delle pagine che compongono il ricco patrimonio cartaceo. Infine, nell’ambiente adiacente in cui sono conservati diversi oggetti di design, una scultura in ceramica realizzata con un bianco etereo sembra essere spontaneamente cresciuta su un tavolo in legno intarsiato e progettato da Longaretti. La scultura Senza Titolo (2015) riproduce una forma vegetale preistorica mai vista dall’uomo e dunque vissuta in un altro tempo: un elemento che simboleggia l’energia, quella che la specie a cui appartiene questa pianta emana nell’ambiente ancora oggi a distanza di milioni di anni.

 

Nello spazio dello studio, dove già le opere di Maria Tassi richiamano lo sguardo verso le pareti che accolgono la biblioteca, l’installazione di Mario Albergati discende invece dalle travi che sostengono il soffitto ligneo nel centro della sala. Come quattro stendardi srotolati dall’alto, questi pannelli composti di disegni e geometrie si lasciano esplorare nella loro tridimensione. L’installazione A quattro mani (2021) è costruita attraverso una serie di opere dalla forma quadrata, fruibili dal fronte e dal retro, realizzate attraverso la combinazione di tessuti assemblati dall’artista. I tessuti – lasciti di una persona cara, di cui hanno assorbito il respiro e la memoria – sono riabilitati a nuove scritture, relazioni cromatiche e combinazioni materiche. Attraverso questa tecnica compositiva, è con la macchina da cucire che Albergati viaggia e disegna liberamente, producendo linee e tracciati geometrici, forme astratte che riscrivono l’uso di questi frammenti tessili riportati in vita. Ed è con lo stesso processo di ri-semantizzazione che Albergati ritaglia e ricompone anche un camice da lavoro bianco ritrovato nello studio: la grembiula da pittore indossata da Trento Longaretti durante la realizzazione delle sue tele. Anch’essa densa di segni e memorie, ma anche di macchie, ditate e schizzi colorati che raccontano il mestiere e l’energia del lavoro, questo indumento quotidiano è scomposto e ricomposto per conferirgli un’altra esistenza che conserva intimamente i suoi ricordi.

 

 

Attraverso un contrasto linguistico e cromatico, che si gioca tra il bianco delle opere ospitate e la complessa tavolozza di Trento, i lavori di Maria Tassi e Mario Albergati si inseriscono tra le trame storiche di un luogo complesso e stratificato, interrogandone la vita attuale e offrendoci nuove prospettive sul tema della memoria, della nostra capacità di utilizzarla per trasformare il nostro presente e disegnare un futuro possibile.

BIOGRAFIE

Maria Tassi

Nasce a San Pellegrino T. (BG) nel 1977, dove vive e lavora.

Ha studiato presso le Accademie di Bergamo, Milano e Salamanca. Lavora da anni con la carta in tutte le sue forme realizzando disegni, sculture e installazioni di grande formato. La sua ricerca di concentra sulla natura come metafora dell’evoluzione, prendendo in considerazione i valori simbolici e assoluti. Dalle piante preistoriche a organismi immaginati, prendono vita forme e disegni in vari materiali, tra cui la carta e la ceramica. L’attenzione per l’origine dei materiali è parte integrante dell’opera, sempre viva, organica e in mutamento.

Mario Albergati

Nasce a Bergamo nel 1956, città dove risiede e lavora.

Terminati gli studi in ambito artistico, si dedica alla tutela e conservazione del patrimonio artistico, alla ricerca grafica e fotografica. Dal 1978 al 2017 è stato docente di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico “Giacomo e Pio Manzù” di Bergamo.Collabora con Contemporary Locus, associazione culturale che promuove progetti d’arte contemporanea in luoghi dismessi d’interesse pubblico.

Predilige il tema della natura per la molteplicità e il valore simbolico dei segni in essa contenuti. Lavora con continuità attraverso fotografia, disegno a tecniche miste e, più di recente, con stoffe ritrovate ricomposte con libere cuciture.

Associazione Longaretti

L’Associazione Longaretti è un ente senza scopo di lucro che si costituisce nel 2006 per iniziativa di Serena, Franco e Maddalena Longaretti con lo scopo di promuovere l’opera dell’artista Trento Longaretti (1916 – 2017) e di realizzare iniziative a carattere culturale che contribuiscano a divulgare, valorizzare e sostenere nel tempo la sua produzione artistica. Tra gli scopi statutari anche la redazione e l’aggiornamento nel tempo di un Catalogo Generale delle opere di Trento Longaretti partendo dagli archivi già formati dall’artista. Accanto alla realizzazione di progetti espositivi in Italia e all’estero, elaborati internamente dal comitato scientifico o costruiti su committenza, l’Associazione Longaretti organizza conferenze e dibattiti, prende parte alle pubblicazioni anche realizzate da altri enti e gestisce eventuali prestiti di opere d’arte a firma dell’artista, di proprietà degli eredi, per finalità espositiva.

L’associazione dispone di documenti, progetti, fotografie, cataloghi e rassegne stampa che sta archiviando in modo sistematico e digitale al fine di costituire un archivio storico. A oggi tali materiali sono custoditi all’interno della sede di Via Borgo Canale 23 a Bergamo, il luogo in cui Trento Longaretti ha lavorato e vissuto.